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animatore88
2008-05-06 07:48:36 UTC
ciao raga... urgentissimo mi sapate dire i pro e i contro ke ha portato mussolini all'italia...!!! premetto di nn essere ne un fascista ne un comunista... voglio solo sapere bene tutte le cose ke ha fatto... vi ringrazio
Quindici risposte:
♥♫ ѕρєяαиzα ♫♥
2008-05-06 07:52:30 UTC
positivo :



- i patti lateranensi



I Patti lateranensi presero il nome del palazzo di San Giovanni in Laterano in cui avvenne la firma degli accordi che furono negoziati tra il cardinale Segretario di Stato Pietro Gasparri per conto della Santa Sede e Benito Mussolini, capo del Fascismo, come primo ministro italiano. Sottoscritti l'11 febbraio 1929 stabilirono il mutuo riconoscimento tra il Regno d'Italia e lo Stato della Città del Vaticano. Il rapporto tra Stato e Chiesa era precedentemente disciplinato dalla così detta legge delle Guarentigie approvata dal Parlamento italiano il 13 maggio 1871 dopo la presa di Roma. La legge delle Guarentigie non venne mai riconosciuta dai vari Pontefici, da Pio IX in poi, e la somma stanziata anno per anno dal governo italiano venne conservata in un apposito conto, in attesa che la Santa Sede si decidesse ad accettarla.

I Patti Lateranensi constavano di due distinti documenti:



il Trattato che riconosceva l'indipendenza e la sovranità della Santa Sede e fondava lo Stato della Città del Vaticano; con diversi allegati, fra cui, importante, la Convenzione Finanziaria; e il Concordato che definiva le relazioni civili e religiose in Italia tra la Chiesa ed il Governo (prima d'allora, cioè dalla nascita del Regno d'Italia, sintetizzate nel motto: «libera Chiesa in libero Stato»). La Convenzione Finanziaria regolava le questioni sorte dopo le spoliazioni degli enti ecclesiastici a causa delle leggi eversive. E' stata poi prevista l'esenzione, al nuovo Stato denominato «Città del Vaticano», dalle tasse e dai dazi sulle merci importate ed il risarcimento di «750 milioni di lire e di ulteriori titoli di Stato consolidate al 5 per cento al portatore, per un valore nominale di un miliardo di lire»[1] per i danni finanziari subiti dallo Stato pontificio in seguito alla fine del potere temporale.



Immagine commemorativa della firma dei Patti lateranensi.Attraverso il concordato il Papa acconsentì di sottoporre i candidati vescovi ed arcivescovi al governo italiano per richiedere ai vescovi di giurare fedeltà allo stato italiano prima di essere nominati [citazione necessaria], e di proibire al clero di prendere parte alla politica [citazione necessaria]. L'unico vescovo che non è obbligato a giurare fedeltà all'Italia è colui che fa le veci del Pontefice nella sua qualità di vescovo di Roma, cioè il cardinale vicario. Questa eccezione alla regola, che appare nel Concordato, è stata prevista proprio in segno di rispetto all'indipendenza del Papa da parte dell'Italia. Il suo vicario non dev'essere sottoposto al giuramento, perché rappresenta il vescovo effettivo della città di Roma, cioè il Papa.



Il governo italiano acconsentì di rendere le sue leggi sul matrimonio ed il divorzio conformi a quelle della Chiesa cattolica di Roma e di rendere il clero esente dal servizio militare.



I Patti garantirono alla Chiesa il riconoscimento di religione di Stato in Italia, con importanti conseguenze sul sistema scolastico pubblico, come l'istituzione dell'insegnamento della religione cattolica, già presente dal '23 e tuttora esistente seppure con modalità diverse.



- ha prosciugato le paludi, diminuendo così i casi di malaria



negativo :



- si è alleato con Hitler

- le leggi razziali

- la violenza

- la dittatura

- i brogli



ecc ...



si potrebbe continuare all'infinito !!



spero di esserti stata d'aiuto ! ciaooo
Giacomo Passeri
2008-05-06 07:53:19 UTC
ha atto riforme per l'agricoltura,la prima ferrovia in europa,ha dato soldi aiutando le srutture pubbliche ma ci ha portato alla guerra e ha dato esempio a hitler
Scarface
2008-05-06 07:53:35 UTC
Pro: Bonifica Agropontino, Sicurezza per le strade, Patti Lateranensi con la chiesa,Sport Giovanili in primo piano,Risollevato l'italia dopo la disfatta della 1 guerra mondiale.



Contro: Approvato leggi razziali, entrata in guerra,Alleanza con Hitler.
2008-05-09 09:16:24 UTC
Benito Amilcare Andrea Mussolini (Dovia di Predappio, 29 luglio 1883 – Giulino di Mezzegra, 28 aprile 1945) fondatore del fascismo, fu primo ministro del Regno d'Italia dal 31 ottobre 1922 al 25 luglio 1943, con poteri dittatoriali dal gennaio 1925 al 25 luglio 1943, Primo Maresciallo dell'Impero dal 30 marzo 1938 al 25 luglio 1943, e Capo (Duce) della Repubblica Sociale Italiana dal settembre 1943 al 25 aprile 1945.



Fu esponente di spicco del Partito Socialista Italiano, e direttore del quotidiano socialista Avanti! dal 1912. Convinto anti-interventista negli anni precedenti la prima guerra mondiale, nel 1914 cambiò radicalmente opinione, dichiarandosi a favore dell'intervento in guerra. Trovatosi in netto contrasto con la linea del partito, si dimise dalla direzione dell'Avanti! e fondò Il Popolo d'Italia, schierato su posizioni interventiste, venendo quindi espulso dal PSI. Nell'immediato dopoguerra, cavalcando lo scontento per la «vittoria mutilata», fondò il Partito Fascista (1921), e si presentò al Paese con un programma politico nazionalista e autoritario, con forti elementi antisocialisti e antisindacali che gli valsero l'appoggio della piccola borghesia e dei ceti industriali e agrari.



Nel contesto di forte instabilità politica e sociale successivo alla Grande Guerra, decise quindi di puntare alla presa del potere. Forzando la mano delle istituzioni, con l'aiuto di atti di squadrismo e d'intimidazione politica che culminarono il 28 ottobre del 1922 con la Marcia su Roma, Mussolini ottenne l'incarico di costituire il Governo (30 ottobre). Dopo il contestato successo alle elezioni politiche del 1924, instaurò nel gennaio del 1925 la dittatura, risolvendo con forza la delicata situazione venutasi a creare dopo l'assassinio di Giacomo Matteotti.



Dopo il 1935, si avvicinò al nazionalsocialismo tedesco di Hitler, con il quale stabilì un legame che culminò con il Patto d'Acciaio nel 1939. Confidando in una veloce soluzione del conflitto, entrò nella seconda guerra mondiale al fianco della Germania Nazista. In seguito alla disfatta italiana e alla messa in minoranza durante il Gran Consiglio del Fascismo del 24 luglio del 1943, fu arrestato per ordine del Re (25 luglio) e successivamente tradotto a Campo Imperatore. Liberato dai tedeschi, e ormai in balia delle decisioni di Hitler, instaurò nell'Italia settentrionale la Repubblica Sociale Italiana. Il 28 aprile del 1945, durante il tentativo di fuga in Svizzera travestito da militare tedesco, fu scoperto e catturato dai Partigiani, che lo fucilarono insieme alla sua compagna Claretta Petacci.









Indice [nascondi]

1 Biografia

1.1 La gioventù, la prima attività politica e la «grande guerra»

1.1.1 La nascita e l'origine del nome

1.1.2 L'istruzione

1.1.3 La Svizzera e la prima militanza

1.1.4 Mussolini giornalista e agitatore politico

1.1.5 Nel Partito Socialista

1.1.6 Mussolini soldato

1.2 Il Fascismo e la "rivoluzione fascista"

1.2.1 Verso il potere

1.2.2 La marcia su Roma

1.3 Mussolini presidente del consiglio

1.4 Attentati a Mussolini

1.5 Mussolini primo ministro: la dittatura fascista

1.6 La guerra di Etiopia e l'avvicinamento alla Germania nazionalsocialista

1.6.1 La conduzione del conflitto e i crimini di guerra commessi per ordine di Mussolini

1.6.2 La vittoria in Etiopia, l'apogeo di Mussolini e del fascismo

1.7 L'edificazione del consenso

1.8 Le Leggi Razziali

1.9 Il secondo conflitto mondiale

1.9.1 Dalla «non belligeranza» alla «guerra parallela»

1.9.2 La guerra «tedesca»

1.9.3 L'inversione di tendenza nella guerra: l'inizio della fine

1.10 L'arresto

1.11 La Repubblica Sociale Italiana

1.12 La Morte di Mussolini

2 La famiglia

3 Le amanti

4 Onorificenze

5 Gli scritti di Mussolini

6 Cinematografia

7 Monumenti

8 Curiosità

9 Galleria

10 Bibliografia

11 Note

12 Voci correlate

13 Altri progetti







Biografia [modifica]



La gioventù, la prima attività politica e la «grande guerra» [modifica]



La nascita e l'origine del nome [modifica]



Alessandro, padre di Benito Mussolini

Rosa Maltoni, madre di Benito MussoliniFiglio del fabbro Alessandro e della maestra elementare Rosa Maltoni, nasce il 29 luglio 1883 a Dovia, frazione del comune di Predappio[1], allora situato in provincia di Firenze, oggi in provincia di Forlì.



Il nome «Benito Amilcare Andrea» fu deciso dal padre,[2] socialista dell'estrema ala anarchica, desideroso di rendere omaggio alla memoria di Benito Juárez, celebre leader rivoluzionario reformista ed ex presidente del Messico, di Amilcare Cipriani, patriota italiano e socialista, e di Andrea Costa, primo deputato socialista eletto nel parlamento italiano.





L'istruzione [modifica]

Il giovane Mussolini frequenta le prime due classi elementari prima a Dovia e poi a Predappio (1889-1891).



Entra quindi nel collegio salesiano di Faenza (1892-1894), ma ne viene espulso per una lite con un compagno. Prosegue gli studi nel collegio Carducci di Forlimpopoli, dove consegue nel settembre 1898 la licenza tecnica inferiore. A partire dall'ottobre di quell'anno, per via di un secondo scontro con un altro alunno, è costretto a frequentare come esterno (solo nel 1901 è riammesso come convittore).



A Forlimpopoli, anche per l'influsso paterno, Mussolini si avvicina al socialismo militante e nel 1900 si iscrive al Partito Socialista Italiano.



Dopo aver ottenuto la licenza, avanza domanda d'insegnamento per concorso o per incarico in diversi comuni: Predappio, Legnano, Tolentino, Ancona, Castelnuovo Scrivia.



Non essendo riuscito a salire stabilmente in cattedra e non avendo nemmeno ottenuto il posto di sostituto aiutante del segretario comunale di Predappio (la sua domanda fu respinta dal gruppo clerico-moderato con 10 voti su 14),[3] il 13 febbraio 1902 dopo una supplenza di pochi mesi nella scuola elementare di Pieve Saliceto, frazione di Gualtieri Emilia, emigra il 9 luglio 1902 in Svizzera a Losanna, dove s'iscrive al sindacato muratori e manovali, di cui poi diverrà segretario, e pubblica il suo primo articolo su L'Avvenire del lavoratore.





La casa natale di Benito Mussolini a Predappio, oggi un museo

La Svizzera e la prima militanza [modifica]

Fino al novembre vive in Svizzera, peregrinando di città in città e svolgendo lavori occasionali. È espulso due volte dal paese: il 18 giugno 1903 è arrestato come agitatore socialista, trattenuto in carcere per 12 giorni, e poi espulso il 30 giugno; il 9 aprile 1904 viene incarcerato per 7 giorni a Bellinzona a causa di un permesso di soggiorno falso. Nel frattempo riceve anche una condanna ad un anno di carcere per renitenza alla leva militare. Viene protetto da alcuni socialisti e anarchici del Canton Ticino, tra cui Giacinto Menotti Serrati e Angelica Balabanoff, con cui avvia una relazione sentimentale[4]

In questi anni inizia la sua attività di giornalista. Collabora con periodici locali d'ispirazione socialista (tra cui il Proletario) e studia presso la facoltà di Scienze sociali di Losanna, pare frequentando anche le lezioni di Vilfredo Pareto. Si schiera con l'ala rivoluzionaria del partito socialista, capeggiata da Arturo Labriola e invia corrispondenze al giornale milanese l'Avanguardia socialista. È in questo periodo che mostra le maggiori affinità ideologiche con il sindacalismo rivoluzionario. Dalle discussioni con il pastore evangelico Alfredo Taglialatela trarrà una conclusione negativa sul problema dell'esistenza di Dio, sul quale non cambierà più idea. Le sue opinioni saranno in seguito raccolte nell'opuscolo L'uomo e la divinità, una breve dissertazione sulle motivazioni secondo le quali bisognerebbe negare l'esistenza di Dio.

Mussolini, inoltre, studia assiduamente il francese e cerca di imparare il tedesco, avvalendosi in quest'ultimo caso, dell'aiuto della Balabanoff.





Mussolini giornalista e agitatore politico [modifica]

Nel novembre 1904, essendo la condanna come renitente alla leva caduta per effetto di un'amnistia concessa in occasione della nascita dell'erede al trono, Umberto, Mussolini torna in Italia. Deve tuttavia presentarsi al Distretto militare di Forlì. Adempie ai suoi doveri di leva, venendo assegnato il 30 dicembre 1904 al Decimo Reggimento bersaglieri di Verona.

Può tornare a casa con una licenza per assistere la madre morente (19 gennaio 1905). Poi riprende il servizio militare, che presta ancora per qualche mese, ottenendo una dichiarazione di buona condotta per il contegno disciplinato.

Congedato, Mussolini rientra a Dovia di Predappio il 4 settembre 1906. Poco dopo si reca ad insegnare in Friuli, a Tolmezzo, dove ha ottenuto un posto da supplente dal 15 novembre sino al termine dell'anno scolastico.



Nel novembre del 1907 ottiene l'abilitazione all'insegnamento della lingua francese e, nel marzo 1908, ottiene un incarico come professore di francese in una scuola tecnica della Liguria, il Collegio Civico di Oneglia, dove insegnerà anche Italiano, Storia e Geografia. Ad Oneglia ottiene la sua prima direzione di un giornale, anche se si tratta di un foglio di provincia: il settimanale socialista La Lima.

Nei suoi articoli il neo direttore attacca tutte le istituzioni sia politiche che religiose, accusando il governo Giolitti e la Chiesa di difendere gli interessi del capitalismo piuttosto di quelli del proletariato. Per evitare problemi si firma con lo pseudonimo di «Vero Eretico». Il giornale suscita grande interesse e Mussolini comprende che il giornalismo d'eversione può essere uno strumento politico.



Tornato a Predappio, si mette a capo dello sciopero dei braccianti agricoli. Il 18 luglio 1908 è arrestato per minacce verso un dirigente delle organizzazioni padronali.
Giuliana G.
2008-05-06 08:27:56 UTC
http://it.wikipedia.org/wiki/Mussolini
astat88
2008-05-06 07:58:40 UTC
Gli aspetti positivi sono sicuramente da registrare a livello demografico, economico e sociale. Durante il fascismo sono state bonificate aree molto difficoltose e fondate città importanti (Latina ad esempio), la lira ha acquisito un potere d'acquisto significativo e in progresso rispetto agli anni precendenti, socialmente l'Italia era ordinata e le famiglie numerose e disciplinate. I detrattori pensano che il dopo guerra, per forza di cose, crea in ogni caso un prevedibile progesso e che l'ordine italiano fosse più attribuibile al terrore della dittatura piuttosto che a un vero benessere diffuso. Altro aspetto positivo la cultura sportiva (Mussolini fondò il CONI e riqualificò il Foro Italico).

Gli aspetti negativi coprono tutti gli altri settori. Politico, civile, militare, ideologico. A livello politico il fascismo fu dittatura, e di per sè negativa a livello espressivo. La censura soffocava qualunque cosa non fosse propagandistica e non permetteva di comportarsi liberamente. Ideologicamente, il fascismo fallì completamente per i patti lateranensi e per il cosiddetto "Patto d'acciaio" che si sfoga poi con l'approvazione anche in Italia delle leggi razziali, culminata con la deportazione di molti nei campi di concentramento nazisti. Ma fu militarmente che Mussolini fallì più profondamente. Portare l'Italia in guerra, da lui considerata erroneamente facile e breve, un paese non pronto fisicamente e tecnologicamente al conflitto, fu la causa pratica del crollo del fascismo e della sua condanna. Infine lasciò l'Italia distrutta nel dopo guerra.

ciaooo
2008-05-06 07:58:02 UTC
ha fatto tante buone cose a livello di comunità, le bonifiche, lavori pubblici, ha dato lavoro a tutti, ha migliorato quel sistema.

come generale una frana: perdere contro la libia 30mila uomini, creare un impero formato dal nulla per sentirsi cm gli altri senza essere nessuno.

e se non avesse conosciuto adolfo, sarebbe stato uno dei migliori capi di governo di uno stato... ma ha voluto fare cm l'amico facendo un gran casino...
2008-05-06 07:57:35 UTC
Bhè, guarda, sarebbe davvero troppo lunga spiegare cos'ha fatto di buono e cosa di sbagliato. Sicuramente di sbagliato è stato il Patto con Hitler, le leggi antirazziali, l'aver trasformato il suo potere in dittatura e le molte leggi che trasformavano l'Italiano in un clone di Mussolini, per non parlare delle conquiste in Africa che poteva risparmiarsi, e che ha fatto solo perchè voleva che l'antico splendore dell'Impero Romano tornasse. Però ho anche rivitalizzato le paludi, dato priorità all'insegnamento scolastico, fatto leggi contro l'immigrazione, accorciato la settimana lavorativa a 5 giorni invece che 6, i Patti Lateranensi e i bonus alle famiglie per i nuovi nati.

Io ho trovato questo sito, su di lui, che è molto di parte, però riporta tutti i discorsi, così puoi capire da te come la pensava, sia all'inizio che dopo Hitler, dato che il suo pensiero era cambiato

http://www.mussolinibenito.net/



Spero di essere stata utile, ciao !
2008-05-06 07:56:15 UTC
i prò ke ha dato un importante risollevata economica all' italia, e in più ha fatto molte buone opere di bonificazione dei terreni acquitrinosi ke erano caosa di scarsa coltivazione!!contro sicuramente la sua prepotenza nel imporsi al' governo, il fatto di aver creato un regime dittatoriale, il fatto si essersi alleato ad hittler, cmq peccato xkè poteva dare un importante scossone all' italia se nn fosse ke era solo un assetato di potere e di divismo politico!!
dragas30
2008-05-06 07:55:17 UTC
semplice! i pro? stai sicuro che quando c' era mussolini in italia gli immigrati non ci venivano e la gustizia era uguale per tutti (a parte pe lui) cioè che se ammazavi qualcuno 30 anni di galera te li facevi e come, i contro? beh! di certo non era proprio un leader liberalista e democratico
2008-05-06 07:52:51 UTC
http://it.wikipedia.org/wiki/Mussolini
Diddlina La Topolina Di Answers
2008-05-06 07:55:01 UTC
Fu esponente di spicco del Partito Socialista Italiano, e direttore del quotidiano socialista Avanti! dal 1912. Convinto anti-interventista negli anni precedenti la prima guerra mondiale, nel 1914 cambiò radicalmente opinione, dichiarandosi a favore dell'intervento in guerra. Trovatosi in netto contrasto con la linea del partito, si dimise dalla direzione dell'Avanti! e fondò Il Popolo d'Italia, schierato su posizioni interventiste, venendo quindi espulso dal PSI. Nell'immediato dopoguerra, cavalcando lo scontento per la «vittoria mutilata», fondò il Partito Fascista (1921), e si presentò al Paese con un programma politico nazionalista e autoritario, con forti elementi antisocialisti e antisindacali che gli valsero l'appoggio della piccola borghesia e dei ceti industriali e agrari.



Nel contesto di forte instabilità politica e sociale successivo alla Grande Guerra, decise quindi di puntare alla presa del potere. Forzando la mano delle istituzioni, con l'aiuto di atti di squadrismo e d'intimidazione politica che culminarono il 28 ottobre del 1922 con la Marcia su Roma, Mussolini ottenne l'incarico di costituire il Governo (30 ottobre). Dopo il contestato successo alle elezioni politiche del 1924, instaurò nel gennaio del 1925 la dittatura, risolvendo con forza la delicata situazione venutasi a creare dopo l'assassinio di Giacomo Matteotti.



Dopo il 1935, si avvicinò al nazionalsocialismo tedesco di Hitler, con il quale stabilì un legame che culminò con il Patto d'Acciaio nel 1939. Confidando in una veloce soluzione del conflitto, entrò nella seconda guerra mondiale al fianco della Germania Nazista. In seguito alla disfatta italiana e alla messa in minoranza durante il Gran Consiglio del Fascismo del 24 luglio del 1943, fu arrestato per ordine del Re (25 luglio) e successivamente tradotto a Campo Imperatore. Liberato dai tedeschi, e ormai in balia delle decisioni di Hitler, instaurò nell'Italia settentrionale la Repubblica Sociale Italiana. Il 28 aprile del 1945, durante il tentativo di fuga in Svizzera travestito da militare tedesco, fu scoperto e catturato dai Partigiani, che lo fucilarono insieme alla sua compagna Claretta Petacci





tutto l'altro qui

http://it.wikipedia.org/wiki/Benito_Mussolini
2008-05-06 07:53:26 UTC
Non c'è nessun pro nè nessun contro, semplicemente Vittorio Emanuele, quando mussolini non aveva la minima idea di "conquistare l'italia", gli ha lasciato fare e ha pensato bene di svignarsela...tutto qui...
Alessandro92
2008-05-06 07:53:26 UTC
La fondazione dei Fasci di combattimento avviene a Milano il 23 marzo 1919. Il 12 settembre, Mussolini promuove davanti alla sede de Il Popolo d'Italia una sottoscrizione a favore dell'impresa fiumana di Gabriele D'Annunzio, dopo aver incontrato quest'ultimo per la prima volta a Roma in giugno. Il 7 ottobre è a Fiume, dove ha colloqui con D'Annunzio. I rapporti con il Vate sono comunque estremamente fugaci, e condizionati da reciproca diffidenza e forse rivalità.



Il 9 ottobre si tiene a Firenze il primo Congresso dei Fasci di combattimento. Alle elezioni politiche del 16 novembre 1919 i Fascisti, nonostante le candidature "eccellenti" dello stesso Mussolini e di Filippo Tommaso Marinetti a Milano, non ottengono neanche un seggio, e nella provincia meneghina prendono soltanto 4795 voti. Inoltre, il 18 novembre Mussolini è arrestato per poche ore per detenzione di armi ed esplosivi, e viene rilasciato grazie all'intervento del senatore liberale Luigi Albertini. Il 24 e il 25 maggio 1920 Mussolini partecipa al secondo Congresso dei Fasci di combattimento, che si tiene al teatro lirico di Milano.



In giugno si schiera a favore di Giolitti, con il quale, in ottobre, s'incontra per la risoluzione della questione di Fiume. Il 12 novembre, con l'articolo Rapallo, commenta abbastanza favorevolmente il trattato italo-iugoslavo firmato da Giolitti, con cui Fiume diviene una città libera. Il 28 marzo 1921, sfila con gli squadristi in camicia nera in occasione dei solenni funerali delle vittime del terrorismo anarchico del teatro Diana. A testimonianza dell'avvicinamento tra Mussolini e Giolitti, il futuro duce si presenta come alleato dello statista di Mondovì alle elezioni del 15 maggio 1921, nelle liste dei "blocchi nazionali" antisocialisti: ottiene 35 seggi ed è eletto deputato.



Il 16 novembre Mussolini si presenta alla Camera (ottiene la fiducia con 316 voti a favore, 116 contrari e 7 astenuti) e tiene il suo primo discorso come presidente del consiglio (il "discorso del bivacco"), nel quale dichiara: «Mi sono rifiutato di stravincere e potevo stravincere. Mi sono imposto dei limiti. Mi sono detto che la migliore saggezza è quella che non si abbandona dopo la vittoria. Con trecentomila giovani armati di tutto punto, decisi a tutto e quasi misticamente pronti ad un mio ordine, io potevo castigare tutti coloro che hanno diffamato e tentato di infangare il Fascismo. Potevo fare di quest'aula sorda e grigia un bivacco di manipoli: potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto.»

Mussolini fotografato nel 1923

Mussolini fotografato nel 1923



Il 24 novembre ottiene i pieni poteri in ambito economico e amministrativo sino al 31 dicembre 1923, al fine di "ristabilire l'ordine". Il 15 dicembre 1922 si riunisce, per la prima volta, il Gran Consiglio del Fascismo. Il 14 gennaio 1923 le camicie nere vengono istituzionalizzate attraverso la creazione della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. Il 9 giugno presenta alla Camera la nuova legge Acerbo in materia elettorale, approvata il 21 luglio. Sempre in luglio, grazie all'appoggio britannico, nella conferenza di Losanna è riconosciuto il dominio italiano sul Dodecanneso, occupato dal 1912.



Il 28 agosto si verifica l'eccidio di Giannina: la spedizione militare Tellini, col compito di definire la linea di confine tra Grecia e Albania viene massacrata. Mussolini invia un ultimatum alla Grecia per chiedere riparazioni e, in seguito al rifiuto del governo greco, ordina alla marina italiana di occupare Corfù. Con questa azione, il nuovo presidente del consiglio dimostra di voler perseguire una politica estera forte ed ottiene, grazie alla Società delle Nazioni, le riparazioni richieste (dietro l'abbandono dell'isola occupata).



Il 19 dicembre presiede alla firma dell'accordo tra Confindustria e la Confederazione delle Corporazioni fasciste. Il regio decreto 30 dicembre 1923 n.284 stabilisce la creazione degli Enti Comunali di Assistenza (ECA) con compito di «coordinamento di tutte le attività, pubbliche o private, volte al soccorso degli indigenti, provvedendo, se necessario, alle loro cure, o promuovendo ove possibile l'educazione, l'istruzione e l'avviamento alle professioni, arti e mestieri». Essi verranno unificati in due enti territoriali deputati all'assistenza sanitaria e materiale dei poveri e dell'infanzia abbandonata col regio decreto del 3 marzo 1933 n.383.



Il 27 gennaio 1924 si ha la firma del trattato di Roma tra Italia e Iugoslavia, col quale quest'ultima riconosce l'italianità di Fiume, annessa il 16 febbraio. In seguito a questo, il re conferisce a Mussolini l'onorificenza del Collare dell'Annunziata. A partire dal 7 febbraio il governo italiano stabilisce rapporti diplomatici con l'Urss.[13] Un accordo con il Regno Unito permette all'Italia di acquisire l'Oltre Giuba, regione che viene annessa alla Somalia italiana. Il 24 marzo si ha il primo tentativo di radiotrasmissione di un discorso politico.



Alle elezioni del 6 aprile 1924, la "Lista Nazionale" (nota con il nome di "Listone") ottiene il 60,1% dei voti e 356 deputati (poi ridotti a 355 per la morte di Giuseppe De Nava, non sostituito); ad essi si aggiungono il 4,8% di voti e i 19 seggi conseguiti dalla "lista bis". Nel complesso le due liste governative raccolgono il 64,9% dei voti validi, eleggendo 375 parlamentari, di cui 275 iscritti al Partito Nazionale Fascista. Oltre al PNF erano entrati nel "Listone" la maggioranza degli esponenti liberali e democratici (tra cui Vittorio Emanuele Orlando, Antonio Salandra, ed Enrico De Nicola, che però ritirò la sua candidatura prima delle elezioni), ex popolari espulsi dal partito, demosociali e sardisti filofascisti, e numerose personalità della destra italiana.



Le consultazioni si svolgono in un clima di violenza ed intimidazioni, e gli abusi perpetrati dai fascisti sono denunciati il 30 maggio dal deputato socialista Giacomo Matteotti, che con un duro discorso alla Camera chiede di annullare il risultato delle elezioni.



L'11 giugno 1924 Matteotti viene rapito e assassinato per mano di squadristi fascisti. L'evento provoca la «secessione dell'Aventino»,[14] ovvero l'abbandono del parlamento da parte dei deputati d'opposizione, i quali si riuniscono sull'Aventino per protesta nei confronti dell'omicidio. Tuttavia l'iniziativa non intacca il potere di Mussolini, poiché ad essa non fa seguito nessuna concreta azione politica. Forte dell'indecisione delle opposizioni, il 3 gennaio 1925 il duce tiene in parlamento un discorso col quale diventa palese l'equilibrio effettivo di forze ormai presente nel paese: allo scopo di dimostrare la propria forza proclama di volersi assumere «ogni responsabilità storica, politica e morale» derivante dall'assassinio stesso. Il discorso del 3 gennaio è oggi considerato il momento d'inizio del regime dittatoriale fascista.



Con la legge 17 aprile 1925 n.473 vengono sancite le nuove norme igieniche per le imprese, con l'obbligo di provvedere al servizio sanitario nell'azienda, di non gravare donne e minorenni con carichi eccessivi e di segnalare come tali e custodire le sostanze nocive. I contratti nazionali di lavoro assumevano forza di legge e i «padroni» («datori di lavoro») potevano stipulare contratti individuali difformi dai collettivi di categoria solo se erano previste condizioni migliori per i lavoratori. Sull'osservanza dell'atto vigilava il neo-costituito Ispettorato Corporativo. Col regio decreto 1 maggio 1925 n.582 nasce l'Opera Nazionale Dopolavoro ("OND") allo scopo di "promuovere il sano e proficuo impiego delle ore libere dei lavoratori intellettuali e manuali con istituzioni dirette a sviluppare le loro capacità fisiche, intellettuali e morali".



L'11 giugno 1925 il Presidente del Consiglio annuncia l'inizio della battaglia del grano. La campagna aveva lo scopo di far raggiungere l'autosufficienza dell'Italia dall'estero per quanto riguardava la produzione del frumento (la cui importazione era causa diretta del 50% del deficit della bilancia dei pagamenti) e, più in generale, di tutti i prodotti agricoli. Il programma (terminato nel 1931) ebbe un discreto successo, nonostante non fosse stato raggiunto l'obiettivo della completa autosufficienza nel settore alimentare. Il progetto poté essere realizzato soprattutto grazie alla bonifica, tra il 1928 ed il 1932, dei territori paludosi ancora presenti nella penisola italiana (tra cui l'Agro Pontino). I nuovi comuni nacquero spesso in connessione con una particolare destinazione economica prestabilita (Carbonia, ad esempio, fu fondata per lo sfruttamento dei limitrofi giacimenti di carbone). Le bonifiche permisero anche l'attuazione di un'efficace programma sanitario che consentì di debellare la malaria, con risultati significativi anche contro la tubercolosi, il vaiolo, la pellagra e la rabbia.



Il 21 giugno 1925 si tiene il quarto ed ultimo congresso del PNF. Mussolini invita le camicie nere ad abbandonare definitivamente la violenza. Gli elementi squadristi saranno resi impotenti entro la fine dell'anno grazie alla riforma del sistema di polizia (permettendo, in tal modo, il rafforzamento del potere dell'esecutivo).

Saluto romano di Mussolini

Saluto romano di Mussolini



Il 18 luglio Italia e Iugoslavia firmano il trattato di Nettuno per la definizione dei rispettivi confini in area dalmata.



Il 20 ottobre Mussolini nomina Cesare Mori prefetto di Palermo, con poteri straordinari e con competenza estesa a tutta la Sicilia, al fine di porre un freno al fenomeno mafioso nell'isola. Il «p
ALEXYA la strega dell'est
2008-05-06 07:51:42 UTC
ti consiglio un buon libro di storia perchè è lunghissimio....


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