2007-06-07 18:24:20 UTC
articolo di Francesca E. Magni (Scenziata, Geofisica e Filosofa), Edoardo Captano, Gregg Braden (Geologo), Brian Desborough (Ricercatore)
Tutto il visibile e l'invisibile vibra in una determinata frequenza perché è energia. Quando lo stato vibrazionale è lento l'energia ci appare densa e tende a solidificarsi. Tuttavia, se osserviamo un solido al microscopio elettronico possiamo osservare che esso vibra sempre di energia; esso non esisterebbe se non vibrasse. Un aumento della velocità di vibrazione corrisponde a una diminuzione della densità dell'energia, come nel caso del ghiaccio che diventa acqua e l'acqua diventa vapore non visibile. Il calore ha determinato un aumento della velocità vibrazionale e il ghiaccio si è liquefatto; l'ulteriore elevazione del calore, e quindi della velocità vibrazionale, ha reso l'acqua ancor meno solida trasformandola in vapore.
Questo principio vale per ogni sostanza solida. Ad esempio, anche il metallo si scioglie nel momento in cui viene sottoposto ad alte temperature a causa del cambiamento del suo stato vibrazionale.
Un aumento dello stato vibrazionale corrisponde a un aumento della temperatura. Anche la Terra sta modificando le sue vibrazioni al rialzo, come è dimostrato dall'innalzamento della temperatura.
Gli scienziati hanno identificato questo fenomeno già 1991.
Oggi il clima della Terra è fortemente alterato e ciò viene attribuito al "surriscaldamento globale".
Molte correnti scientifiche vogliono, a tutti i costi, far credere all'opinione pubblica che il fenomeno sia causato dall'inquinamento industriale. Gli agenti inquinanti non fanno bene all'ecosistema, ma non sono certo essi la vera causa dell'innalzamento delle temperature. La vera causa del rialzo delle temperature globali è dovuta dall'aumento della frequenza vibrazionale del campo energetico planetario che sta aumentando in maniera esponenziale.
Si tratta della frequenza sonora della Terra che sta aumentando con molta velocità. Essa è la frequenza sonora di base conosciuta con il nome di Risonanza di cavità Schumann, che fu identificata già nel 1899. Dal momento della sua scoperta al 1940 questa frequenza è rimasta inalterata a circa 7,8 hertz o 7 cicli al secondo. L'inizio del suo innalzamento è avvenuto nel 1986-87 e all'inizio del 1996 aveva raggiunto gli 8,6 hertz. Attualmente, secondo recenti stime, il valore della risonanza di cavità Schumann avrebbe già superato i 10 hertz e continuerebbe ad aumentare ulteriormente.
L'aumento della risonanza di cavità Schumann è "accompagnato" da un altro fenomeno: la diminuzione del campo magnetico terrestre. Il nostro pianeta è un enorme magnete avente una moltitudine di livelli che ruotano per formare un campo magnetico. L'intensità della densità del campo magnetica è proporzionale alla velocità di rotazione del pianeta. Tanto tempo fa, all'incirca duemila anni fa, l'intensità del campo magnetico terrestre raggiunse il massimo della sua intensità, ma da allora questa intensità è sempre diminuita, man mano che la Terra diminuiva la sua velocità di rotazione.
Attualmente il campo magnetico terrestre ha raggiunto una flessione pari al 50 per cento se comparato a quello di 1.500 anni fa.
Questo fenomeno, che è destinato ad andare avanti, rientra in un meccanismo del tutto naturale.
Per rendere l'idea, un po' come il meccanismo che regola le stagioni, ma assai più complicato e potente.
Secondo il geologo Gregg Braden , tanto tempo fa i Maya ritenevano che il culmine della trasformazione poteva essere raggiunto nel 2012, quando la risonanza magnetica potrebbe toccare i 13 cicli al secondo e il suo campo magnetico potrebbe addirittura assestarsi attorno allo zero.
Secondo Gregg Braden, il Punto Zero sarà associato alla quasi totale diminuzione del campo magnetico.
Con questi parametri così bassi la Terra cesserà di ruotare. Nonostante ciò, la gravità del pianeta non sparirà in quanto essa è governata da altre leggi, non dalla sua rotazione. Non sarà la prima volta che accadrà una simile trasformazione visto che una cosa simile pare si sia palesata per ben 14 volte negli ultimi 4,5 milioni di anni.
L'ultima volta che il fenomeno è esordito risale tra gli 11mila e 13mila anni fa, un'era che molti esperti associano con la fine di Atlantide e l'inizio della ricostruzione dopo il grande cataclisma avvenuto dopo il 10500 a.C.
Esiste un Grande Ciclo di 2 6mila anni che governa questo processo di trasformazione e tredicimila anni fa ci trovavamo nel mezzo di esso.
Ora, questo Grande Ciclo è in dirittura d'arrivo e questo comporterà enormi mutamenti. Gregg Braden non scarta certo la possibilità che il nostro pianeta possa smettere di roteare. Inoltre, da analisi del ghiaccio in Groenlandia e nelle aree polari emerge che probabilmente l'asse terrestre si sia spostato di recente, circa 3.500-3.600 anni fa. Tutte le volte che l'intensità del campo magnetico del nostro pianeta è diminuita, fenomeno che oggi possiamo sperimentare in prima persona, è corrisposto uno spostamento dei poli, ovvero l'inversione del nord e sud magnetico. Gregg Braden sostiene che per alcuni giorni la Terra smetterà di ruotare e poi inizierà a farlo in senso opposto.
Se il pianeta smetterà temporaneamente di ruotare avrà una metà illuminata e l'altra metà al buio, e questo fenomeno è descritto migliaia di anni fa dagli antichi. Questo processo lo si può osservare in una barra di ferro quando il flusso di elettricità che la attraversa viene invertito, si ha l'inversione dei poli.
Quando la Terra inizierà a ruotare in senso opposto muterà direzione il suo flusso elettrico, e quindi si invertiranno i poli.
Il dottor Brian Desborough sostiene che i media tendono a sminuire, e alla peggio, ignorare molti eventi geofisici. Anch'egli conferma la veloce diminuzione del campo magnetico terrestre che prossimamente raggiungerà lo zero.
Anche il servizio geologico degli Stati Uniti conferma queste tesi.
L'ente di stato sostiene che ogni 500mila anni il campo magnetico terrestre raggiunge lo zero per poi riformarsi lentamente. Questa transazione causerà epocali trasformazioni geologiche, cataclismi terrestri, eruzioni esplosive dei vulcani, ecc., a causa del temporaneo blocco della rotazione del pianeta.
Colleghi di Brian Desborough affermano che il campo magnetico della Terra abbia già toccato lo zero e che si sia elevata la conversione dell'idrogeno in elio. Questo processo di intensificazione delle frequenze non interessa solamente il nostro pianeta ma anche il sistema solare e l'intera galassia.
Gli antichi sapevano molto bene di queste svolte energetiche che causavano epocali cambiamenti strutturali e geofisici della
Terra. I calendari dei Maya (che risalgono a circa 18 mila anni fa), degli egizi (che risalgono a circa 39 mila anni fa), dei tibetani, dei cinesi e di altre civiltà portano nel periodo che corrisponde a quello nostro; quello che sta per terminare.
In particolare, i Maya parlavano di un tempo di transizione, ovvero del periodo di "Assenza di tempo", in cui il vecchio tempo veniva sostituito dal nuovo tempo. Secondo i Maya, il tutto iniziava nel luglio del 1982 e avrebbe condotto al cambiamento nel 2 1 dicembre 2012. Infatti, neanche a farlo apposta, attorno agli anni ottanta si inizia a sentire sempre con maggiore intensità di mutamenti del clima, del surriscaldamento della Terra.
Gregg Braden sta attualmente diffondendo notizie negli Stati Uniti e presso i vari media riguardo la prova scientifica del transito della Terra attraverso lo Strato Fotone e il rallentamento della rotazione terrestre.
Contemporaneamente si assiste ad un aumento della frequenza risonante della Terra (Risonanza Schumann). Quando la Terra arresterà la sua rotazione e la frequenza di risonanza raggiungerà i 13 cicli saremo nel campo magnetico punto zero. La Terra arresterà la sua rotazione e, nel giro di due o tre giorni, comincerà a girare nella direzione opposta. Questo fenomeno produrrà un'inversione del campo magnetico intorno alla Terra.
Sopra le nostre teste da tre anni, il satellite Oersted è in orbita con una missione: registrare il campo magnetico terrestre. Nulla di strano, sembrerebbe a prima vista. Invece, come si legge in un articolo uscito di recente sulla rivista Nature, l'analisi dei dati raccolti sembra presagire una specie di rivoluzione magnetica "imminente".
Dal confronto dei risultati di Oersted con quelli del satellite Magsat (attivo negli anni '80) infatti, è stato possibile osservare i cambiamenti avvenuti nel nostro pianeta negli ultimi vent'anni. E si è scoperto che due regioni della Terra (poste rispettivamente nell'Africa meridionale e al Polo Nord) hanno subito enormi variazioni del proprio campo magnetico locale.
immagini dei dati raccolti dal satellite Oersted
Lo stato attuale del nostro pianeta - affermano Gauthier Hulot e gli altri autori dell'articolo di Nature - assomiglia moltissimo a quelle simulazioni al computer, altamente asimmetriche, che descrivono i periodi di tempo prossimi alla cosiddetta inversione del campo magnetico terrestre. Durante questi periodi, il campo magnetico diventa sempre più debole fino a "scomparire" per poi riapparire invertito. Le cause di questo fenomeno non sono ancora state individuate con sicurezza.
I poli Nord e Sud magnetici, secondo le teorie geofisiche e paleomagnetiche, non sarebbero fissi nel tempo, ma si invertirebbero ogni 200'000 anni circa. Secondo queste teorie, il campo magnetico della Terra avrebbe origine dalle correnti elettriche interne presenti nel nucleo di ferro liquido. E' quindi la circolazione di questi giganteschi flussi di carica elettrica che trasforma il nostro pianeta in un'enorme calamita; e l'orientazione dei poli dipende dal movimento di queste ultime.
Le prime prove delle passate inversioni del campo magnetico terrestre furono raccolte nel 1906 da Bernard Brunhes che analizzò antiche rocce ignee e sedimentarie. Queste rocce possono infatti "memorizzare" lo stato del campo magnetico terrestre all'epoca della loro formazione.
Le due immagini riportate in questa pagina sono le simulazioni delle linee di forza del campo magnetico terrestre. La prima in alto a sinistra rappresenta una situazione in cui i due poli (arancione e azzurro) sono ben visibili, mentre quella di fianco a destra è un'immagine un po' più "inquietante", in cui si notano vortici e zone turbolente, che rendono difficile distinguere due poli separati in maniera netta.
Stati di instabilità si sono verificati in passato senza però provocare l'inversione della polarità del campo, quindi non è possibile stabilire con certezza se la nostra epoca ne testimonierà uno. Per evitare sorprese, vi consigliamo ogni tanto (diciamo ogni 500 anni, per essere ottimisti), di dare con indifferenza un'occhiata alla vostra bussola personale.
Molte antiche leggende sembrano accennare a ripetuti mutamenti di direzione dell'asse terrestre. Un evento che, secondo certe predizioni, potrebbe ripetersi in futuro.
I geologi che studiano il passato della Terra hanno riscontrato che i mutamenti del clima hanno quasi sempre coinciso con cambiamenti nel campo magnetico del nostro pianeta.
Che rapporto ci sia fra i due fenomeni non è chiaro; ma c'é chi avanza l'ipotesi che l'estinzione improvvisa di intere specie viventi verificatesi più volte nel passato, sia da far coincidere con le brusche alterazioni del campo magnetico. Che queste alterazioni si siano verificate, è ormai provato.
Non si tratta di eventi avvenuti in remote ere geologiche. Secondo alcuni ricercatori, in tempi relativamente recenti (migliaia d'anni) la posizione dei poli era molto diversa dall'attuale. C'è anche chi parla di uno scambio di posizione fra Polo Nord e Polo Sud.
Un nuovo rovesciamento improvviso provocherebbe forti terremoti lungo le faglie della crosta terrestre, e gigantesche ondate di marea, generate da movimenti dei fondali oceanici. Si delineerebbe uno scenario di isole inghiottite dai flutti, coste spazzate dalle onde, porzioni di continenti sommerse, mentre parte dei fondali potrebbe invece emergere alla luce. Una prospettiva da diluvio universale.
Se l'asse della Terra dovesse ribaltarsi completamente, tutto il pianeta sarebbe squassato da uragani e onde di marea. Ci sono indizi che conforterebbero questa teoria. I grandi depositi di carbone in Inghilterra indicano che un tempo quelle regioni dovevano avere clima tropicale, con grandi foreste e paludi. Anche vaste aree del Nord America erano analogamente ricoperte da foreste pluviali. Per contrasto, l'Australia occidentale e l'Africa meridionale erano sepolte sotto una coltre di ghiaccio.
Una possibile spiegazione a queste anomalie venne offerta negli anni '20 da Alfred Wegener con la teoria della "deriva dei continenti", che tuttavia presuppone che enormi masse continentali siano col tempo spostate di migliaia di chilometri dalle loro posizioni originali. Secondo alcuni, l'ipotesi di un ribaltamento dell'asse terrestre costituisce una spiegazione più semplice. Sarebbe risolto anche il problema del ritrovamento dei mammut nella gelida Siberia, in un ambiente non certo in grado di supportare l'abbondante vegetazione necessaria per il sostentamento degli enormi mammiferi. Prima che i poli si spostassero, la Siberia aveva un clima tropicale,e i mammut vi prosperavano. La coltre di gelo cadde così rapidamente da intrappolare nel ghiaccio mammut interi, la cui carne si è conservata intatta per decine di migliaia di anni. Un esemplare venne ritrovato con nello stomaco fiori non ancora digeriti.
Se si dà una botta sufficientemente forte all'asse di uno giroscopio, l'apparecchio può ribaltarsi completamente, continuando a girare nella nuova posizione di equilibrio. La Terra può essere vista come un enorme giroscopio, al quale l'avvicinarsi di qualche corpo celeste, o l'influsso combinato di diversi campi gravitazionali, può aver fornito in passato una "botta" abbastanza forte da ribaltarsi. L'ingegnere elettrico americano Hugh Brown ha ipotizzato nel 1967 che l'asse terrestre abbia subito un'oscillazione di 90 gradi, non più tardi di settemila anni fa. Secondo Brown queste oscillazioni avrebbero carattere periodico; questo sembra del tutto improbabile: ma non implausibile è che spostamenti occasionali si siano effettivamente verificati nel passato.
Un geofisico, Peter Warlow, ha analizzato le narrazioni mitiche in cerca di prove per la sua teoria. Secondo lui, gli antichi Egizi hanno registrato quattro diversi ribaltamenti, in seguito ai quali il sole è apparso mutare la direzione del suo corso nei cieli. I più recenti si sarebbero verificati nel 700 a.C., e prima ancora nel 1500 a.C.
Quest'ultimo evento corrisponderebbe alla data dell'estinzione della civiltà minoica a Creta, secondo Immanuel Velikovsky.
Le prove delle inversioni totali di polarità derivano dall'esame di rocce fuse, raffreddatesi in diversi periodi geologici. Ogni volta che una roccia fusa si solidifica, conserva un debolissimo campo magnetico, indotto dal campo gravitazionale terrestre. La lava eruttata dai vulcani attivi, ed anche oggetti fabbricati dall'uomo, presentano lo stesso fenomeno. Persino i focolari, sottoposti ripetutamente a riscaldamento e raffreddamento, rivelano il campo magnetico, appena misurabile.
Sono state condotte ricerche su antichi
focolari degli aborigeni australiani e su focolari dell'Inghilterra pre-romana, per verificare la polarità di questi campi magnetici. I geologi hanno inoltre rinvenuto nei fondali oceanici strati di rocce laviche solidificatesi in epoche differenti.
"Leggendo" tutti questi campi magnetici, si è scoperto che il campo magnetico terrestre ha subito in passato non meno di 20 inversioni di polarità. L'ultima in ordine di tempo è durata almeno 2000 anni.
Peraltro, anche in brevi periodi della storia recente, i poli magnetici hanno mostrato una certa tendenza a "peregrinare". All'inizio del XVII secolo, l'ago della bussola puntava a circa 11 gradi a est del polo nord geografico. Nel 1643 la deviazione era di quattro gradi a est, e nel 1650 per un breve periodo i poli magnetici e geografici coincisero.
Se la Terra fosse una sfera perfetta non potrebbe mantenere la rotazione attorno ad un asse, sarebbe come una palla: sempre pronta a variare l’asse di rotazione. Per nostra fortuna la Terra è leggermente schiacciata ai poli, e questo la rende simile ad un giroscopio che ruota attorno ad un asse fisso. Tutta questa stabilità sarebbe molto bella e tranquillizzante ma la differenza tra il diametro della Terra ai poli e il diametro della Terra all’equatore è di soli 44 chilometri (12.712 chilometri il minore e 12.756 il maggiore), una differenza minima che rende la Terra un giroscopio altamente instabile. Avete presente una bicicletta? Considerate una bicicletta ferma, appoggiata nella sua posizione nomale e lasciatela libera: cadrà senz’altro. Considerate ora la stessa bicicletta con una persona sopra che pedala: incredibilmente la bicicletta sta dritta, verticale.
Apparentemente nulla se non che nel secondo caso le ruote sono in movimento. Le ruote della bicicletta sono dei corpi in movimento attorno ad un asse e sono quindi parificabili ad un giroscopio. Togliete una ruota alla bicicletta, l’anteriore è più semplice, e tenetela con entrambe le mani per il mozzo (l’asse centrale in cui confluiscono i raggi), ora provate a inclinare la ruota spostando una mano più in alto dell’altra e vedrete che non avrete problemi a compiere l’operazione. Sempre tenendo la ruota per il mozzo fatela girare e riprovate ad inclinarla come avete fatto prima: sarà molto più duro se non impossibile. Per la legge fisica detta dei giroscopi più la ruota è grande, ovvero più la massa è distante dall’asse, e più velocemente gira, più la ruota, o il giroscopio che dir si voglia, sarà stabile nel suo movimento. In altre parole una bicicletta con le ruote piccole, come quella di un bambino, sarà più soggetta a cadere della bicicletta con ruote grandi di un adulto.
Applicando il principio della ruota da bicicletta al nostro pianeta si deduce che la Terra è un giroscopio molto instabile a cui basta una piccola forza esterna per essere turbato e cambiare asse di rotazione provocando catastrofi enormi.
Quando un giroscopio viene colpito da un corpo che lo induce a modificare il proprio asse di rotazione reagisce con un caratteristico movimento a cono del suo asse detto movimento precessorio, o precessione. Tale movimento tende a riportare l’asse nella posizione primitiva.
Flavio Barbiero, ammiraglio ed esperto di giroscopi per la Nato
(i giroscopi sono usati per pilotare i siluri) ha calcolato che basta l’impatto di un corpo astrale con un diametro dai cinquecento ai settecento metri per spostare l’asse terrestre di circa venti gradi. Se la Terra fosse una massa rigida il movimento precessorio dell’asse la riporterebbe nella sua posizione iniziale.
Vi sarebbero distruzioni ma l’asse di rotazione resterebbe immutato.
Il nostro pianeta invece è costituito da una sottilissima crosta dura all’esterno (circa 15 – 20 chilometri di spessore), e un’enorme massa fluida all’interno. Questa specie di marmellata calda una volta variata la posizione dell’asse tende a mantenere il nuovo asse di rotazione verificatosi neutralizzando l’effetto di ritorno alla posizione precedente del giroscopio.
Nel caso di un impatto con un asteroide delle dimensioni riportate, o maggiori, oltre all’effetto distruttivo dell’impatto stesso, si verificherebbe quindi anche uno spostamento dell’asse terrestre.
A causa dello spostamento si avrebbe subito la rottura in più punti della crosta terrestre. La marmellata bollente tenderebbe ad uscire dalle fessura della sottilissima crosta fredda provocando terremoti ed eruzioni. Se a questo aggiungiamo la formazione di enormi onde in grado di spazzare le terre emerse il quadro è certamente apocalittico. La meteorologia sarebbe immediatamente stravolta e si potrebbero verificare piogge di mesi e inaridimenti di zone un tempo fertili.
Ogni anno cadono sulla terra circa 12.000 corpi celesti del diametro massimo di circa un metro, ma attorno alla Terra ruotano migliaia di corpi con orbita instabile di cui alcuni di oltre 2.000 metri di diametro. Che la Terra sia un bersaglio è fuori discussione, che lo sia stato in passato, pure, le centinaia di crateri da impatto presenti sulla sua superficie lo dimostrano. Parecchi testi antichi ci raccontano di grandi catastrofi successe nel passato: il diluvio biblico, l’epopea di Gilgamesh, la distruzione di Atlantide non sono che le più famose. In tutti questi testi si parla di onde enormi che sommergono la terra abitata, di enormi variazioni del clima; possibile che in tante parti differenti e lontane tra loro si parli delle stesse cose, quasi con le stesse parole, e tutto ciò sia solo frutto della fantasia di qualche autore? Non è possibile che questi testi ci raccontino fatti realmente avvenuti che cambiarono il corso della storia della Terra e dell’uomo?
La Terra ruota attorno ad un asse inclinato di circa ventitre gradi e mezzo rispetto al piano di rivoluzione attorno al sole, il piano dell’eclittica. L’asse di rotazione, oltre ad essere inclinato, ruota con un movimento conico, il movimento precessorio, proprio come farebbe l’asse di un giroscopio dopo che qualcosa l’ha fatto deviare dal suo asse primitivo. A causa dell’inclinazione sul piano dell’eclittica abbiamo le stagioni, la differente durata del giorno e della notte, i sei mesi di luce e di buio oltre i circoli polari.
Tutte le antiche culture ci parlano di un tempo in cui sulla Terra c’era l’eterna primavera. Come avrebbe dovuto essere la Terra per avere l’eterna primavera? Semplicemente con l’asse perpendicolare al piano dell’eclittica. In queste condizioni non sarebbe esistita la possibilità di avere un’illuminazione differente, e quindi un riscaldamento differente, nelle varie zone della Terra e la meteorologia sarebbe stata molto più semplice e stabile.
Lo scioglimento dei ghiacci che fino a dodicimila anni fa coprivano il Canada ha provocato quell’enorme accumulo di laghi e fiumi che lo caratterizza. C’è solo un’altra zona della Terra dove esistono le stesse condizioni idrogeologiche da scioglimento dei ghiacci: le piccole isole di Macquarie e Heard, esattamente agli antipodi del Canada! L’unica spiegazione che io ho trovato a ciò è che dodicimila anni fa l’asse terrestre non fosse nella sua posizione attuale ma spostato di circa ventitre gradi (stesso valore dell’inclinazione sul piano dell’eclittica) in modo da passare sulla Groenlandia e sul Grande Antartide. In queste condizioni tutta la Siberia sarebbe stata libera dai ghiacci e con un clima temperato tale da permettere la vita ad uomini ed animali.
Il mammuth è l’animale preistorico estinto di cui abbiamo la miglior conoscenza semplicemente perché da tre secoli ne troviamo a decine completamente congelati, morti di colpo con ancora l’erba tra i denti. Alcuni li troviamo soli, altri li troviamo ammassati e incastrati tra i rami e i tronchi di alberi strappati dal suolo come se una mano enorme avesse fatto delle palle di animali e piante.
Solo un grosso cataclisma come lo spostamento dell’asse terrestre può aver provocato ciò.
Se consideriamo le carte dell’ultima glaciazione, casualmente terminata anche lei dodicimila anni fa, vediamo che quella che noi consideriamo come una glaciazione in effetti non fu altro che una situazione climatica differente dall’attuale con la Siberia scoperta dai ghiacci e la crosta del gelo che copriva le isole britanniche ad eccezione del sud dell’Inghilterra. Stranamente la stessa situazione dei ghiacci si trova anche in parecchie carte medioevali disegnate con una precisione difficilmente imputabile ai cartografi dell’epoca.
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Ricerca pubblicata da Atmospheric Chemistry and Physics
(ANSA)- WASHINGTON, 30 MAG-Per i ricercatori della Nasa, i rischi di 'effetti disastrosi' per il surriscaldamento della terra sono 'piu' vicini di quanto si pensi'. Lo studio non aggiunge niente di nuovo a quanto gia' non si sappia [o si possa dire pubblicamene], l'unica novita' e' che a sottolinearlo con tutta la sua autorevolezza e' il centro spaziale piu' famoso al mondo. La ricerca e' stata pubblicata sul giornale Atmospheric Chemistry and Physics ed e' stata firmata da James Hansen, direttore del centro di Studi Spaziali Goddard della Nasa.
03/06/2007
Sezione: meteorologia
(11 dicembre, 2004) Corriere della Sera
Una rete di computer per prevedere i cambiamenti causati dall' uomo
Clima e ambiente, in Italia il supercentro contro i disastri
«Troppo caldo sui monti I ghiacciai se ne vanno»
DAL NOSTRO INVIATO BUENOS AIRES - L' Italia è diventata protagonista scientifica alla conferenza mondiale sul clima, in corso nella capitale argentina, con l' annuncio dell' apertura di un Centro euro-mediterraneo per lo studio dei cambiamenti climatici, Cmcc. «Un Centro di rilevanza internazionale che, per la prima volta nel nostro Paese, ha il compito di coordinare e potenziare le ricerche sulle variazioni climatiche in atto e sugli effetti che queste hanno sugli ecosistemi e sull' uomo.
Sezione: meteorologia
(16 luglio, 2004) Corriere della Sera
Pessimista la Banca mondiale. Mosca potrebbe ratificare l' intesa
«Neanche il Protocollo di Kyoto salverà il clima»
L' ex vicepresidente degli Stati Uniti ammette: «La temperatura sta aumentando pericolosamente. Questo non è opinabile.
Sezione: meteorologia
(15 novembre, 1998) Corriere della Sera
Corriere Scienza. Ormai tutti paiono colpiti da una " sindrome climatica " che porta a non valutare i reali problemi, mentre favorisce atteggiamenti irrazionali o interessati
«Clima, una roulette e troppi bari»
L' aumento della temperatura in 130 anni e' stato di 0, 5 1 grado Il problema: il riscaldamento e' naturale o causato dall' uomo? Modelli inaffidabili: aumenti di temperatura doppi rispetto alla realta' Provvedimenti inadeguati e interesse di molti a drammatizzare i dati.
Sezione: meteorologia
(16 maggio, 2007) Corriere della Sera
Corriere Scienza. In una zona interna, un'area più grande dell'Italia e ad alta quota in cui lo scioglimento era considerato improbabile dagli scienziati.
«Il Polo Sud si scioglie: ecco le foto da satellite»
PASADENA (California) - Gli scienziati avevano già lanciato l'allarme: il ghiaccio del Polo Sud si sta sciogliendo. Ora ci sono anche le immagini grazie ad alcune foto scattate dai satelliti e diffuse dalla Nasa. Le riprese mostrano lo scioglimento di una parte dell'Antartide occidentale: un'area più grande dell'Italia. Secondo gli scienziati del laboratorio Nasa di Pasadena e dell'università del Colorado, le nuove immagini rivelano che a partire dal 2005 si sono sciolti i ghiacci in una zona in cui un fenomeno simile era considerato improbabile. Si tratta, secondo una nota dell'agenzia spaziale americana, «del più significativo scioglimento osservato dai satelliti negli ultimi 30 anni». SURRISCALDAMENTO - «Nel recente passato», ha detto Konrad Steffen, direttore dell'Istituto di scienze ambientali dell'università del Colorado, «l'Antartide non ha mostrato segni di riscaldamento, con l'eccezione della penisola Antartica, ma ora ampie regioni subiscono le conseguenze del surriscaldamento globale. L'aumento degli scioglimenti, se prolungato nel tempo, potrebbe avere conseguenze sulla tenuta della superfice ghiacciata che ricopre il Polo Sud». Lo scioglimento riguarda diverse aree, alcune delle quali interne e ad alta quota (900 km dalla costa e a un'altitudine di 2 mila metri), dove il fenomeno sembrava fino a poco tempo fa impossibile. Invece nel gennaio 2005 in questa zone per una settimana si è registrata una temperatura di +5 gradi centigradi. MONITORAGGIO - La scoperta è avvenuta grazie all'esame dei dati inviati da uno strumento satellitare che ha permesso di distinguere le aree in cui il ghiaccio è più recente da quelle in cui è presente da anni. Lo scioglimento del 2005 è stato talmente intenso da creare un'area molto estesa in cui l'acqua si è poi ricongelata. Il fenomeno, hanno sottolineato gli esperti, non è durato abbastanza per permettere all'acqua di raggiungere il mare o di infilarsi nelle fenditure del ghiaccio dove poi, ricongelandosi, potrebbe agire da cuneo, spaccando la superficie e facendo precipitare enormi lastroni di ghiaccio. Secondo Son Nghiem, del laboratorio Nasa, è «vitale continuare a monitorare l'area per stabilire se si stia innescando un fenomeno a lungo termine».
AGI e Cooperazione Italiana allo sviluppo
POLO NORD: GHIACCIO SI SCIOGLIE PIU' IN FRETTA DEI MODELLI(Agi) - Washington, 3 mag. - Il ghiaccio della Calotta Polare Artica si sta sciogliendo a un ritmo piu' elevato di quanto fino ad oggi previsto. Questo significa, secondo i ricercatori, che i modelli usati dall'Intergovernamental Panel on Climate Change (Ipcc), non tengono conto della realta' e sono in ritardo di circa trenta anni. In un articolo pubblicato oggi sulla rivista Geophysical Research Letters, alcuni ricercatori del National Snow and Ice Data Center della University of Colorado di Boulder, hanno comparato le rilevazioni effettuate dai satelliti della Nasa e dell'Esa con i modelli climatici usati dall'Ipcc per definire gli scenari legati al riscaldamento del pianeta. Nel corso delle analisi e' emerso che questi modelli tendono a sottostimare gli effetti dei gas serra in media di un fattore 3. In tutto sono stati messi in esame 18 diversi modelli climatici. Gli stessi che sono stati usati dall'Ipcc per definire il rapporto che in questi giorni e' in discussione a Bangkok. 'Questo significa - ha spiegato la responsabile della ricerca, Julienne Stroeve - che rispetto alle previsioni siamo in ritardo di almeno trenta anni e che potremmo avere un Polo Nord libero dai ghiacci in estate gia' nel 2020, mentre ora i modelli indicano il 2050'. La scomparsa della banchisa polare avrebbe come conseguenza quella di accelerare il processo di riscaldamento del pianeta. Il bianco della coltre nevosa riflette infatti le radiazioni luminose e anche il calore del Sole e in qualche modo aiuta a mantenere freddo il pianeta. Se dovesse scomparire, le masse d'acqua dell'Oceano Artico assorbirebbero una quantita' di energia molto elevata e innescherebbero un processo di riscaldamento complessivo delle temperature molto piu' rapido. Per gli autori della ricerca 'il rapporto dell'Ipcc e' fin troppo prudente e tutt'altro che allarmistico. 'Se ci sono errori - ha spiegato Stroeve - e' che le stime sono fin troppo prudenti'. (AGI) Red/Cva MAG 07