Domanda:
l'oca giuliva?
?
2007-07-03 09:21:21 UTC
come si cucina? :P
Undici risposte:
Jenny
2007-07-03 09:25:08 UTC
Con una foglia di alloro in bocca ed un limone in ....!



Ciao
anonymous
2007-07-03 16:40:07 UTC
L'oca da sempre è ritenuto un animale stupido e anche la sua andatura a terra risulta alquanto comica eppure non dimentichiamoci che le famose oche del Campidoglio con il loro schiamazzo salvarono la rocca capitolina da un improvviso attacco dei Galli..in ogni caso una volta ho letto da qualche parte che l'oca è l'animale ritenuto simbolo della stupidità a causa delle sciocchezze dette dalla gente e che sarebbe meglio non porre domande schernendo la sua sensibilità .....l'oca potrebbe diventare intelligente improvvisamente di fronte alla grande stupidità umana!!

Yakusho
anonymous
2007-07-03 16:31:58 UTC
a fuoco lento...

un bel gira arrosto in kulo, una foglia di alloro e, mi diceva Blonde che abbiamo anche i limoni...mmmm...direi che l'ochetta la serviamo tra poco...ne vuoi un po???? :P
wild wild east
2007-07-03 16:31:53 UTC
con la... carota a fettine !!!!!!!!!!!!!
Lady Zoe
2007-07-03 16:30:14 UTC
A pezzi in umido. ma la devi far cuocere moolte ore, sai dura com'è, ce ne vuole di tempo!!
anonymous
2007-07-03 16:47:13 UTC
Beh...direi che io porto i limoni...la prima ricetta mi sembra azzeccatissima...

purchè sia cotta a fuoco lento..magari meglio se è viva..
?
2007-07-03 16:33:30 UTC
facendogli assaporare una ferrari sotto al sedere....

un diamante al dito...

e il portafogli stracolmo...

vedrai come si cuoce bene...





ahahahah...dai che scherzo...

marito mio...
avìda
2007-07-03 21:41:25 UTC
potremmo ripiegare su ricette d'oriente come

oca giuliva in agrodolce

oca giuliva all'arancia

ma tutta questa acidità non credo gioverebbe alla preparazione.

allora propongo una cernita tra

oca giuliva ripiena alla d'artagnan

oca giulinva glassata

salame d'oca giuliva

patè di fegato d'oca giuliva

oca giuliva in crosta

oca giuliva in umido con patate

oca giuliva arrosto con verze

stracotto d'oca giuliva
El Chino "46"
2007-07-03 16:38:42 UTC
Trattandosi d 1 oca giuliva si prepara con tanta simpatia e buonumore e 1 abbondante contorno d risate. Buno divertimento.

P. S.

X caso l'oca giuliva è parente alla iena ridens?
Atanor Scrutatore Naturae
2007-07-03 16:36:56 UTC
L'oca giuliva è 1 palmipede.. da cortile.. le cui carni nn vengono molto apprezzate in italia. Essa può raggiungere 50 - 60 kg di peso. La qualità e la giovane età dell'animale è riconoscibile dalla bocca, molto pronunciata nella maggior parte degli individui,aperta inutilmente nella maggior parte del tempo. La carne d'oca giuliva è molto gustosa. viene consumata subito e di preferenza, arrostita o brasata oppure usata per confezionare insaccati..
andrea d
2007-07-03 16:35:18 UTC
giulio cesare la cucinava meglio di tutti, per capire la sua psicologia a riguardo delle oche leggi:









Giulio Cesare nacque a Roma da un'antichissima e nota famiglia patrizia, la Gens Julia o Iulia, che si diceva discendente da Iulo (o Ascanio), figlio del principe troiano Enea, secondo il mito figlio a sua volta di Venere. Al culmine del suo potere, nel 45 a.C., Cesare per sottolineare la sua discendenza dalla dea dedicò a Venere Genitrice un tempio nel nuovo Foro da lui fatto costruire.



Il ramo della gens Iulia che portava il cognomen "Caesar" discendeva, secondo il racconto di Plinio il Vecchio, da un uomo venuto alla luce in seguito a un taglio cesareo (dal verbo latino 'tagliare', caedo, -ere, caesus sum). La Storia Augusta suggerisce invece tre possibili spiegazioni sull'origine del nome: che il primo Cesare avesse ucciso un elefante (caesai in berbero) in battaglia, che avesse avuto una folta capigliatura (dal latino caesaries), oppure degli occhi di color grigio chiaro (dal latino oculis caesiis).



Nonostante le aristocratiche origini, la famiglia di Cesare non era ricca per gli standard della nobiltà romana; ciò rappresentò inizialmente un serio ostacolo alla sua carriera politica e militare (dovette contrarre ingenti debiti per ottenere le sue prime cariche politiche); inoltre, negli anni della giovinezza di Cesare, suo zio Gaio Mario era stato dichiarato nemico della Repubblica (anche se successivamente Cesare riuscì a riabilitarne il nome). Suo padre era Gaio Giulio Cesare il Vecchio, la cui sorella Giulia aveva sposato Gaio Mario; la madre era Aurelia Cotta, proveniente da una notabile famiglia che aveva dato a Roma numerosi consoli. La famiglia viveva in una modesta casa nella Suburra, dove il giovane Giulio Cesare fu educato da Marco Antonio Gnifone, un illustre grammatico nativo della Gallia.



Cesare trascorse il suo periodo di formazione in un'epoca tormentata da gravi disordini. Mitridate VI, Re del Ponto, minacciava le province orientali; contemporaneamente, la Guerra sociale era in corso a Roma, con la città divisa in due fazioni contrapposte: gli Optimates, favorevoli al potere aristocratico, e i Populares o democratici, che sostenevano la possibilità di rivolgersi direttamente all'elettorato. Pur se di nobili origini, fin dall'inizio della sua carriera Cesare si schierò dalla parte dei Populares, scelta sicuramente condizionata dalle convinzioni di suo zio Gaio Mario, capo dei Populares e rivale di Lucio Cornelio Silla, sostenuto da aristocrazia e Senato.





La gioventù [modifica]

Nell'86 a.C. il padre e lo zio Gaio Mario morirono, e nell'84 Cesare ripudiò la sua promessa sposa Cossuzia per sposare Cornelia, figlia di Lucio Cornelio Cinna, alleato e amico di Gaio Mario. Il nuovo legame con una famiglia notoriamente schierata con i popolari, oltre alla parentela con Mario, causarono problemi non indifferenti al giovane Cesare negli anni della dittatura di Silla. Questi cercò di ostacolarne in tutti i modi le ambizioni, bloccando la sua nomina a flamen dialis; la situazione poi si aggravò quando il dittatore, avuta la meglio su Mitridate VI, rientrò in Italia e sconfisse i seguaci di Mario nella Battaglia di Porta Collina, l'82 a.C.. Ormai capo indiscusso di Roma, Silla si autoproclamò dittatore a vita, e iniziò ad eliminare i suoi avversari politici; ordinò a Cesare di divorziare da Cornelia, poiché non era patrizia, ma Cesare rifiutò e temendo per la sua vita lasciò Roma, prima ritirandosi in Sabina e poi, raggiunta la giusta età, partendo per il servizio militare in Asia, come legato di Marco Minucio Termo.



Fu Minucio ad ordinare al giovane legato di recarsi presso la corte di Nicomede, sovrano del piccolo stato della Bitinia (di questa missione si parlò a lungo a Roma, e voci che Cesare avesse avuto una relazione con il sovrano si diffusero). In ogni modo, come legato di Minucio durante l'assedio di Mitilene, Cesare partecipò per la prima volta ad uno scontro armato, distinguendosi per il suo coraggio, tanto che gli fu conferita la corona civica, che veniva concessa al primo che avesse attraversato le mura di una città in battaglia. In seguito alle riforme promulgate da Silla, a chi fosse stata conferita una corona militare sarebbe stato garantito l'accesso al Senato.



Rientrato a Roma Minucio, Cesare rimase in Asia Minore, partecipando come patrizio romano a diverse operazioni militari che si svolsero in quella zona, come l'azione contro i pirati sotto il comando di Servilio Isaurico.





Prime esperienze politiche [modifica]

Dopo due anni di potere assoluto, Silla si dimise da dittatore, ristabilendo il governo consolare. Cesare rientrò a Roma solo quando ebbe notizia della morte di Silla (78 a.C.), e il suo ritorno coincise con il tentativo di ribellione anti-silliana capeggiato da Marco Emilio Lepido e bloccato da Gneo Pompeo. Cesare, non fidandosi delle capacità di Lepido, non partecipò alla ribellione, e iniziò invece a dedicarsi alla carriera forense come pubblico accusatore e a quella politica come esponente dei popolari e nemico dichiarato degli ottimati.



Cesare sostenne l'accusa contro Gneo Cornelio Dolabella per concussione e contro Gaio Antonio Ibrida per estorsione nei confronti dei Greci; entrambi gli accusati erano membri influenti del partito degli ottimati e in entrambi i casi, anche se l'accusa fu portata con dovizia, perse le cause; tuttavia in questo modo si accreditò come importante rappresentante tra i popolari, anche se l'esito per lui negativo dei processi lo convinse a lasciare Roma una seconda volta. Mentre si recava a Rodi per i suoi studi di filosofia fu rapito dai pirati, e egli stesso convinse i rapitori a chiedere un riscatto molto alto, in modo da aumentare così il suo prestigio a Roma. Dopo la liberazione organizzò una spedizione, catturò i pirati e li fece condannare a morte per crocifissione.



Dopo aver retto la carica di questore in Spagna (69 a.C.), Cesare fu eletto Edile curule (aediles curules) nel 65 a.C., pontefice massimo nel 63 a.C. e pretore nel 62 a.C.. Aderì al programma anti-oligarchico di Catilina e sostenne il suo progetto di congiura, ma non ne rimase danneggiato.



Cesare era stato anche al servizio del generale Pompeo, con il quale avrebbe più tardi diviso il potere. Dopo la morte della moglie Cornelia 68 a.C., sposò Pompea, nipote di Silla, per poi divorziare da lei nel 62 a.C. in seguito a uno scandalo. Nel 61 a.C. Cesare fu governatore della provincia della Spagna ulteriore, e nel 60 a.C. fu eletto console.





Cursus honorum [modifica]

Nel 59 a.C., l'anno del suo consolato, Cesare formò una alleanza strategica con due altri capi politici, Crasso e Pompeo. Crasso era l'uomo più ricco di Roma; Pompeo era in quel momento il generale con più successi alle spalle. Cesare portò al servizio dell'alleanza la sua popolarità politica e il suo prestigio. Pompeo sposò Giulia, la figlia di Cesare. Questo accordo non ufficiale fu poi chiamato dagli storici Primo Triumvirato.





Guerra in Gallia [modifica]

Nel 59 a.C. fu anche governatore della Gallia Narbonese, della Gallia Cisalpina e dell'Illiria. Come Proconsole in Gallia (58 a.C. - 49 a.C.) ingaggiò la guerra contro vari popoli, sconfiggendo gli Elvezinel 58 a.C., i Belgi ed i Nervii nel 57 a.C. ed i Veneti nel 56 a.C.. Nel 55 a.C. tentò la prima invasione della Britannia, e nel 52 a.C. sconfisse una coalizione di Galli guidati da Vercingetorige. Il Comandante gallico si trovava assediato ad Alesia, capitale del suo regno, mentre Cesare lo attaccava cingendo la città con una robusta palizzata. Nel frattempo un immenso esercito gallico si era radunato e marciava su Alesia per rompere l'assedio, ma Cesare, avendolo saputo, eresse una seconda palizzata per coprirsi le spalle. I Galli attaccanti furono in questo modo duramente sconfitti e Cesare assicurò a Roma il dominio sull'intera regione.



I suoi commentari di queste campagne sono raccolti nel De Bello Gallico (Sulla guerra gallica).


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