Un anno fa ti ho già risposto sull'argomento, e non mi discosto molto da quella risposta, anche se ora precisi meglio l'ambito del “dubbio”: https://answersrip.com/question/index?qid=20130629050653AA92R3J
No, in Filosofia non si possono sovrapporre i 2 termini: ciò che è trascendente non è immanente e non può essere confuso con quello. I due si oppongono.
La “dualità” di cui parla @Giovanni non spiega i concetti: positivo e negativo, luce e buio, ad es., non sono uno trascendente e uno immanente, ma ambedue immanenti, se riferiti al creato; o ambedue trascendenti se riferiti al divino (gnosi manichea).
Che l'immanente sia riflesso del trascendente, come dice @Laura, può essere vero, ma non devi interpretarlo in senso plotiniano: nella filosofia neoplatonica si ha immanenza, ossia ciò che viene emanato dall'Uno resta sempre parte dell'Uno (ricordi l'equivoco dell'intelligenza angelica in San Bonaventura?). Un sistema filosofico che accetti il concetto di trascendenza, invece, vedrà questo “riflesso” come realtà ontologica distinta; analogamente come un'opera d'arte riflette le capacità e le intenzioni di un autore, ma è autonoma da lui una volta realizzata.
In una filosofia cristiana ciò che è creato resta ontologicamente dipendente quanto all'essere da Colui che l'ha creato non possedendo in sé ragione sufficiente di esistenza. Tuttavia in questa dipendenza resta realtà distinta e non confusa con Chi l'ha posta.
E' una questione propriamente lessicale: “trascendere” vuol dire “andare oltre”: nel linguaggio comune chi trascende è colui che esce dai limiti dovuti. Quindi, in senso metafisico il Trascendente supera, va oltre ciò che è immanente; altrimenti non sarebbe trascendente.
Se l'argomento non ha trasceso le mie capacità :) , dovrebbe esserti più chiaro. Se no, chiedi e cercherò di spiegarmi meglio.
@ Rispondo al tuo aggiornamento. Appunto, ho precisato di non limitare la comprensione alla filosofia plotiniana. In essa si mantiene un concetto “chiuso” di trascendenza dell'”Uno”, benché non si spieghi poi come tale trascendenza si mantenga nelle ipostasi da questo emanate e con cui si trova identificato.
E' a mio avviso una difficoltà insormontabile, e le fonti lo ammettono: ritenere l'”Uno” chiuso nella sua assoluta trascendenza; ma al contempo vedere che ciò che è emanato (salvo la materia che si troverebbe in una condizione di dualità con l'”Uno”!) non è altro che parte dell'Uno anelante il ricongiungimento con questo.
In una accezione più generale, senza riferimento ad un sistema particolare, i termini si oppongono: ciò che è immanente, non trascende; per cui se in noi vi è in “riflesso” del trascendente, non autonomo da esso, inevitabilmente si cade nel monismo.
Ma la questione nei millenni non è stata così semplice: ti invito a scorrere questo schema esemplificativo che a mio avviso è fatto bene anche se riguarda il problema da un punto di vista di filosofia moderna:
http://adriano53s.interfree.it/filosofia/principio_di_trascendenza.htm
In una metafisica cristiana le aporie sono state superate grazie al Principio di partecipazione dell'essere, pur restando l'Essere trascendente rispetto alle cose cui si partecipa... Dio è l'Essere, io ho l'essere per partecipazione, ma io non sono Dio.
@@ Rispondo ai tuoi commenti. Quello che dici è vero solo se fosse giusta la dottrina emanatista. Questa è una interpretazione del reale (non solo dell'uomo), ma fino a prova contraria si devono ammettere le altre interpretazioni “creazioniste”, ossia che ammettono altro da ciò che si sperimenta, tra cui la Rivelazione cristiana.
Poi, resta valida l'obiezione del perché l'uomo continui ad essere uno con l'”Uno”, pur essendo questo trascendente. Poi ancora, non tutte le cose vengono emanate: un sasso esisteva anteriormente all'emanazione. Esso, come tutte le cose ha imprigionato qualcosa di divino (emanato) che dovrà essere riscattato alla fine. La materia preesiste e non è emanata. Cosa dunque è? Non essere? La materia è male, secondo Plotino; ed è dottrina gnostica. Sua opinione che da cattolico non condivido: Cristo ha nobilitato la materia, addirittura facendone strumento di Redenzione.