gli scavi archeologici in medio oriente hanno messo in luce tracce di città del periodo nelotico sia in Cisgiordania (Gerico) che in Anatolia (Katal Uyuk);
La prima ha una struttura in pietra (torre) e diverse case in pietra risalenti alla cultura natufiana , prima del 9000 a.C. la seconda ha un complesso di case in pietra risalenti allo stesso periodo.
La prima città in senso moderno, con cinta muraria e strade interne, è quella di Jarid (gerico) risalente all'8350.
Ci sono anche tracce di città, ma non esplorate, in Giappone risalenti ad un periodo precedente.
In sintesti, si considerano due le città più antiche del mondo: Gerico e Katal Uyuk
angelo b
2007-12-10 14:41:17 UTC
Vecchiopolis.........ciao
CheyenneF.C.(A.R.)gemella seer.
2007-12-10 10:22:12 UTC
é Gerico la più antica città costruita dall'uomo e di cui si hanno i resti
2007-12-10 10:25:42 UTC
e chi lo sa....
Ibracadabra
2007-12-10 10:20:35 UTC
il giardino dell' Eden un bel paesino
►เ∂я๏ร◄ ✖ฬคţєг✖ ► ק๏ฬєг◄
2007-12-10 10:15:57 UTC
Di villaggi e cittadine, non lo si può sapere! Ma le grandi città del passato esistenti ancora oggi, ci sono.
Tebe in Egitto
Atene
Beruti (beirut)
Menfi
Poi nn so...
lupin terzo
2007-12-10 10:15:17 UTC
Gerico e Catal Huyuk !
2007-12-10 10:14:38 UTC
Gerico
2007-12-10 10:14:37 UTC
bella domanda...on so
Barlovento
2007-12-10 10:25:30 UTC
Sembra sia Gerico in Cisgiordania, oppure Catal Uyuk in Anatolia (Turchia).
Io però di do una curiosità, sembra che la "città" in senso moderno più antica del Mediterraneo sia Cadiz , in Spagna, fondata dai Fenici col nome di Gdr (Gadir: fortezza) nel IX sec. A.C.
2007-12-10 10:19:45 UTC
ora come ora Gerico (Cisgiordania) è ritenuta la città più antica esistente al mondo... si dice che sia stata fondata ben 11.000 anni fa!!!
Catal Huyuk la città più antica del mondo :per i Greci vuol dire oriente, dove ogni mattino il cielo si tinge di rosa, aspettando, come dice un poeta, la stella mattutina dall'ala bianca che vola nella notte, primo annunzio del sole(Ione di Chio).
Geograficamente è una tozza penisola bagnata a nord dal Mar Nero, ad est dall'Egeo ed a sud dal Mediterraneo orientale e cinta da ogni lato da catene montuose le cui vette si ergono ripide sul mare, isolando completamente l'altipiano. Soltanto nel punto d'incontro con la Siria la catena del Tauro è valicabile dove i fiumi hanno scavato nel corso dei millenni il loro letto, creando in tal modo una specie di strada.
Già nel paleolitico superiore, circa 20.000 anni fa, l’homo sapiens sapiens aveva lasciato nell'altopiano anatolico chiare tracce d’insediamento. Erano probabilmente i pelasgi, popolazione che in epoca remota avrebbe popolato la maggior parte del bacino dell’Egeo, della Grecia e dell’Italia meridionale. Il loro nome sopravvive ancora in alcuni toponimi (Zeus Pelasgo a Dodona). Ma è dal terzo millennio a.C. che si può parlare di presenza in Anatolia di una popolazione indigena chiamata dagli antropologi proto-hatti, con una civiltà propria relativamente elevata e sviluppata molto prima dell'immigrazione delle tribù indoeuropee.
Questi proto-hatti hanno lasciato una notevole documentazioni della loro cultura, grazie alla scoperta fatta nel 1952 di una loro città risalente all’età della pietra: Catal Huyuk, distante oltre cento chilometri dalla zona del loro primitivo insediamento, per cui possiamo pensare che i proto-hatti dominassero ormai una buona parte dell’altipiano anatolico. Decine di scavi in varie località dell'Anatolia confermano la cultura di questo popolo, con un arco che va dai quasi novemila a.C. di Catal Huyuk al 2300, anno di arrivo in Anatolia dei primi indoeuropei,i luvi ed al 2000, anno di arrivo dei più importanti indoeuropei, gli ittiti.
Altre stirpi approdarono man mano in Anatolia. Secondo una leggenda un folto gruppo di cretesi, guidati dal pricipe Scamandro, erano sbarcati nella costa settentrionale dell’Anatolia, poi chiamata Troade ed la loro progenie avevano fondato *****, il cui strato più antico è databile al 3500 a.C., per cui si può calcolare che dovevano essere arrivati in Anatolia almeno mille anni prima. Il buon principe Scamandro, sempre secondo la leggenda, appesantito dagli anni, una notte mise un piede in fallo ed annegò nel fiume Xanto, che da allora prese il suo nome.
Molti achei, terminata la guerra di *****, non tornarono più in Grecia e preferirono stabilirsi da queste parti.
Gli oriundi proto-hatti, probabilmente dopo una notevole crescita demografica, avevano varcato l’ansa del Kizil Irmak, arrivando ad Hacilar, a sud del lago Burdur, dove furono trovate case simili a quelle di Catal Huyuk, a Mersin, vicino a Tarso, luogo di nascita di San Paolo, a Beycesultan nell'Anatolia occidentale ed a Kultepe, l'antica Kanesh, a sud di Kayseri, dove gli Assiri avevano creato un fiorente emporio commerciale e qui entriamo nell'era propriamente storica, con le tavolette a caratteri cuneiformi che portano annotazioni commerciali varie, per esempio, il prezzo dell'orzo.
Ad una decina di chilometri a sud di Konya in una piana antistante al Tauro, in località chiamata Catal Huyuk, nel 1958 l'archeologo inglese James Mellaart aveva individuata una doppia collina, attraversata da un fiume che scendeva dal Tauro e si perdeva nella steppa.
Questa doppia collina, ricoperta da erbe perenni, era formata da detriti vari, come mattoni bruciacchiati ed impastati con argilla e paglia, mucchi di ossa e cocci di ceramica. Mellaart aveva scoperto una vera propria città , abitata dai proto-hatti, sicuramente dell'età della pietra, probabilmente la più antica del mondo, cioè più antica della stessa Gerico. Nell'arco di tempo che fu abitata, Catal Huyuk, come del resto anche altre città come *****, era molto aumentata in altezza per le successive stratificazioni e risultò che si doveva scavare per più di 19 metri per trovare uno strato oltre il quale il terreno era vergine.
Mellaart nel 1975 era arrivato al decimo strato, che corrisponde al 6500 a.C., dimostrando che la città era già abitata in quel periodo ed aveva avuto la fortuna di conservarsi perfettamente nel tempo grazie ai vari incendi che avevano creato un microclima, grazie al quale, sulla base dello stesso principio con il quale oggi conserviamo in vasetti la salsa di pomodoro, si era conservato tutto quello che era rimasto nella città , dopo l'abbandono da parte dei suoi cittadini, cioè ossa dei morti, resti di tessuti, residui alimentari, quadri dipinti sulle pareti e piccole statue dì argilla.
Dare un'età ad un reperto archeologico quindi non è più un problema e molti studiosi pensano che sarebbe logico modificare, entro certi limiti, l’attuale divisione della preistoria, in quanto quello che vale per l'Europa settentrionale non può essere valido per la Cina o per l'Asia Minore. A Catal Huyuk, per esempio, nella così detta età della pietra, erano già in uso manufatti di rame, che altrove non sono presenti in quel periodo. Sarebbe più corretto affermare che in determinati luoghi ed in determinati periodi, non necessariamente corrispondenti, si ha un diverso uso di pietre, di legno e di metalli per la fabbricazione di armi ed utensili casalinghi.
Catal Huyuk era stata costruita con mattoni d'argilla misti a paglia e messi a seccare al sole entro forme di legno, erano pertanto tutti della stessa misura e già 9000 anni fa, durante la costruzione, erano stati sovrapposti sfalsati. La struttura portante della casa però non era costituita dai muri di mattoni, bensì dalle travi di legno con struttura reticolare, perciò i mattoni servivano solo come riempitivo per i muri divisori. Il legno per le travi proveniva probabilmente dalle zone ricche di boschi del Tauro e la stessa tecnica di costruzione è stata osservata a Creta, nel palazzo di Cnosso e nel palazzo di Nestore del Peloponneso.
La città non aveva strade, ma era un insieme di celle-monolocali a nido d'ape, addossate l'una all'altra, per cui si sorreggevano tra di loro, con un unico accesso dall'alto, tramite una scala, tipo pueblos indiano, il tutto con la finalità di difendere la città , rendendola inaccessibile agli estranei. Le pareti erano imbiancate regolarmente con intonaco, rinnovato frequentemente. E’ stato possibile contare il numero dei singoli strati, in alcuni casi fino a centoventi, risalendo così alla storia della città .
Vivendo in queste strutture l'uomo preistorico, tra il 9000 ed il 7500 a.C., attraverso la così detta "rivoluzione neolitica” era diventato, da cacciatore e nomade, sedentario e contadino. Catturava gli animali non per mangiarli immediatamente, ma per custodirli e crearsi un rifornimento perenne di carne e di lana, addomesticando anche il cane. Era giunto a questa soluzione per una ragione ben precisa: fino a quando il territorio era scarsamente abitato, gli faceva comodo essere nomade, cacciare e raccogliere quello che gli serviva, senza averlo seminato, essere cioè un "uomo raccoglitore". Con lo sviluppo demografico questo non fu più possibile e la rivoluzione neolitica trasformò l'uomo da raccoglitore in produttore e questa evoluzione si verificò più facilmente nei paesi a clima mite, come l'Anatolia, molto più lentamente invece nell'Europa del nord, allora da poco uscita dall'ultima glaciazione.
I cittadini di Catal Huyuk vivevano in questi vasti monolocali, che servivano da cucina, soggiorno, camera da letto, tutto secondo uno schema ben preciso, con la cucina leggermente sopraelevata e con un focolare incassato nella parete, per cui il fumo fuoriusciva dall'unica apertura in alto, che fungeva quindi da porta d'ingresso e da sfiatatoio.
Notoriamente le piogge sono scarse sull'altopiano anatolico, perciò non correvano rischi di allagamenti. Sulle pareti erano costruite delle piattaforme che servivano per sedere, mangiare, lavorare e per dormire ed in ogni abitazione poi era presente un altare. Sull’intonaco bianco delle pareti non mancavano degli affreschi policromi che rappresentavano paesaggi locali. La donna dormiva sul letto più grande, assieme ai bambini più piccoli, l'uomo giaceva sul letto più piccolo e le rimanenti spalliere erano riservate ai figli adulti. E' stato calcolato che ogni famiglia aveva una media di sei figli, ma, data la mortalità infantile molto elevata, la maggior parte degli uomini e delle donne morivano a meno di quarant'anni.
A Catal Huyuk si coltivavano per uso alimentare quattordici specie di vegetali, tra cui frumento, orzo, piselli, farro, si conosceva il vino e sicuramente anche la birra. In una pittura parietale è stato possibile riconoscere degli insetti ronzanti attorno ai fiori, perciò è quasi certo che conoscevano anche il miele. Durante gli scavi, negli strati più antichi, hanno trovato tracce di pecore, di capre e di uro (bovino estinto nel diciassettesimo secolo) e da una pittura parietale si comprende chiaramente che il cane era già un animale domestico e da caccia.
Nei residui carbonizzati si sono trovate tracce di tessuti con frange, talora rammendati e rattoppati ed è probabile che esistessero degli specialisti tessitori in grado anche di colorare le stoffe mediante piante tintorie come la robbia, il glastro e la reseda per ottenere il rosso, il blu ed il giallo. E' interessante notare come è stata rinvenuta una gonna nella quale l'orlo inferiore era appesantito da piccoli cilindri di rame. Oltre alle stoffe per il vestiario fabbricavano stuoie e tappeti, in particolare un tipo chiamato kelim, non tessuto ma intrecciato, ancora oggi prodotto da piccoli artigiani locali.
Anche la lavorazione del legno era molto curata ed hanno trovato scodelle, ciotole e cucchiai, persino un portauovo di legno in ottime condizioni.
La maggior parte delle armi erano lance, punte di frecce in ossidiana, che andavano a raccogliere ai margini della pianura di Konya, ai piedi dei vulcani a quei tempi ancora attivi.
Il fatto più straordinario è che la famiglia seppelliva i propri morti, divisi per sesso, sotto il letto, i maschi sotto quello dell'uomo e viceversa ed è in base a questa abitudine che si è potuto comprendere dove dormiva l'uomo e dove la donna, esaminando il sesso dei defunti.
La tumulazione dei morti in casa presumeva un sentimento di amore verso di loro, in quanto essi continuavano a fare parte della famiglia anche dopo morti, godendosi il sopore eterno nel focolare domestico.
Ma queste quattro esperienze non sono ancora sufficienti per formare una religione: accettata l’esistenza di un essere superiore, responsabile di tutto, è fondamentale pregarlo per ottenere da lui una prole numerosa, una pioggia o un raccolto abbondante e da questo momento inizia la religione, quando l'uomo cerca di attirare sopra di se la benevolenza dell'essere superiore mediante preghiere e sacrifici e qui gioca un ruolo importante la sua fede, cioè la sua capacità , mediante preghiere, offerte, sacrifici, anche scongiuri, di piegare al proprio volere la divinità .
Dopo una storia millenaria Catal Huyuk, verso il 5600 a.C. fu abbandonata e risorse sulla collina al di là del fiume, ma dopo settecento anni, fece la stessa fine anche Catal Huyuk Ovest.